Una mutazione del Covid-19 potrebbe consentirgli di farsi strada nell’organismo umano con una maggior contagiosità. È quanto emerge da uno studio

Il coronavirus avrebbe subito una mutazione genetica che gli consentirebbe di replicarsi in tempi più rapidi all’interno delle cellule. Secondo i ricercatori della Duke University, giunti a questa conclusione insieme agli esperti del laboratorio nazionale di Los Alamos negli Usa, coordinati da Bette Korber, questo gli consentirebbe di risultare maggiormente contagioso, anche se questo aspetto resta tutto da verificare. Occorreranno ulteriori studo per accertare anche se possa o meno causare forme più gravi di Covid1-19. Gli esperti hanno intanto dato un nome alla mutazione, ovvero D614G e hanno scoperto che è avvenuta nella proteina Spike; oltre al fatto che in laboratorio sembra rendere il coronavirus più infettivo. A tal proposito l’immunologo Anthony Fauci, intervenendo sul Journal of the American Medical Association, scrive: “I dati mostrano che c’è una mutazione che permette al virus di replicarsi meglio, e forse di avere un’alta carica virale. Non si può dire se una persona con questa mutazione abbia un quadro peggiore Sembra che il virus riesca a replicarsi meglio ed essere forse più trasmissibile, ma servono conferme”.

Maggior quantità di particelle virali nei pazienti con Covid mutato

Già nei mesi scorsi i ricercatori avevano descritto la mutazione in un altro studio, senza però revisione scientifica. Sono dunque stati condotti ulteriori esperimenti focalizzandosi su 999 pazienti britannici ricoverati per coronavirus. Analizzando i dati relativi al contagio gli esperti hanno rilevato, in chi aveva questa mutazione, la presenza di una maggiore quantità di particelle virali. Inoltre è stato accertato, nel corso degli esperimenti condotti in laboratorio che la variante renderebbe il Covid dalle tre alle sei volte più capace di infettare le cellule umane.

Fonte: Newsrepublic


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